Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Metodo di ricerca ed analisi adottato

Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato su
www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Ricerche e Tesi di Laurea e di Dottorato

L'utilizzo dei dati di questo blog può essere più proficuo tenendo presente il volume di M. Coltrinari, L. Coltrinari, La Ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, edizione nuovacultura, 2009, nelle parti:
Capitolo II, b. La tecnica procedurale
Capitolo IV, a. La documetazione a Corredo
Alegato. Schema per una tesi di Laurea o di dottorato
a. L'attività concettuale
b. L'attività gestionale
c. L'attività esecutiva
(ulteriori informazioni scrivere alla email ricerca23@libero.it, )
Il volume è disponibile in tutte lelibrerie e presso la Casa Editrice, Nuova Cultura, al sito www.nuovacultura.it

Cerca nel blog

venerdì 30 maggio 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I campi di concentramento in Cina. Il decentramento amministrativo e la riforma economica cinese

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                      

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

( dalla presente tesi si estrae il paragrafo 

"Il decentramento amministrativo e la riforma economica cinese)"



Il decentramento amministrativo e la riforma economica cinese

La Cina è sempre stata caratterizzata da forti sviluppi economici, tali da destare un forte interesse dalle potenze economiche mondiali. Per lungo tempo, la sua economia è stata prevalentemente di tipo agricolo, fondata su coloro che detenevano terre e le lavoravano; la politica economica cinese conosciuta come “riforma e apertura” del 1978, faceva parte del piano di Deng Xiaoping di decentralizzazione economica lungo le aree costali cinesi. Tuttavia, il PIL delle regioni costiere registrò una crescita di circa il 13% dal 1978 al 1996, mentre il PIL delle regioni interne aumentò soltanto del 7%. Secondo Deng Xiaoping, la crescita economica delle zone costiere avrebbe fatto conseguentemente sviluppare anche le zone interne, ma così non fu, e la disparità economica trovò conferma anche nella disparità salariale e della propensione al consumo tra le due zone.

Dopo la nascita della Repubblica con Mao Zedong, la Cina ha variato molto il suo status economico, in quanto egli creò un vero e proprio stato totalitario dove ogni tipo di cambiamento dovesse passare sotto le mani del potere, strettamente di tipo socialista, che rappresentava l’unico fondamento della Repubblica: ogni iniziativa economica privata venne fortemente limitata o addirittura abolita, e i proprietari terrieri dividevano la propria terra con lo Stato.

La seconda fase della riforma si stabilisce tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ’90, e ha coinvolto il mercato dei capitali, in particolare la Borsa di Shanghai (1990) e la Borsa di Shenzhen (1990).

Le fasi di sviluppo della Cina sono sempre state caratterizzate da varie riforma economiche basate sul sistema amministrativo, dapprima come oggetto principale tramite l’attuazione di alcuni regolamenti politici col fine di migliorare lo standard economico del paese, e successivamente, soltanto dalla metà degli anni ’80, lo sviluppo ha iniziato a concentrarsi su un’economia di mercato.

L’obiettivo imposto nel 1958 può considerarsi quello di un decentramento amministrativo, avente come intento quello di rafforzare il potere delle amministrazioni locali. Il decentramento proposto si sviluppò su determinati punti:

·         un sistema di pianificazione: piena libertà dell’amministrazione di regolare l’attività economica produttiva del suo settore territoriale.

·         l’amministrazione delle imprese: la gestione delle imprese venne messa in mano alle autorità locali (tranne per quelle la cui gestione era definita dalle autorità centrali).

·         l’allocazione dei beni di produzione: le richieste delle imprese per i beni andavano direttamente dalle autorità provinciali di competenza e non all’autorità centrale.

·         l’amministrazione locale aveva il diritto di decidere se utilizzare o meno i fondi stanziati dal governo centrale per i progetti che riguardavano la regione.

Nonostante questi punti ben delineati, il decentramento amministrativo non si rivelò una riforma del tutto efficiente: nel contesto delle Rivoluzioni Popolari degli anni ’50, a causa dell’acutizzarsi delle idee comuniste, le autorità locali iniziarono a sfruttare la situazione e a sviluppare dei progetti locali che richiedevano investimenti abbastanza elevati.

Nel 1970 avvenne una riforma simile a quella del 1958, ma non venne accettata per motivi ideologici e politici. Per questo motivo, il decentramento amministrativo potè essere l’unica possibilità di riforma, e doveva essere volto anche alla realizzazione di obiettivi militari che hanno dato vita ad un’economia non molto positiva, tanto che dopo questa riforma il governo è stato nuovamente costretto a riprendere i poteri amministrativi decentrati.

E’ necessario evidenziare che la riforma del decentramento non ha funzionato perché questa prevede una contraddizione del sistema di un’economia pianificata, la quale ha bisogno che le risorse siano collocate a livello centrale.

Nel 1978, lo sviluppo economico cinese ha avuto una nuova opportunità nella cosiddetta Riforma Incrementale, che prevedeva l’incremento del settore delle imprese. Per la proprietà contadina, si sviluppò un sistema di responsabilità familiare, dove i contadini che lavoravano la terra consegnavano i prodotti raccolti allo Stato e questo li redistribuiva ai contadini come beni e salari attraverso una specie di punteggio accumulato durante l’anno di lavoro. Questo nuovo sistema portò ad un aumento della produzione, venne utilizzato nel 1980 nelle campagne e dimostrò che questa riforma in campo agricolo portasse dei risultati positivi: da questo momento lo Stato favorì la crescita delle imprese private, una serie di politiche si importazione ed esportazione con l’estero, e l’individuazione di altre zone adatte dove introdurre questa nuova riforma. Si raggiunse un sistema di economia di mercato.

Durante gli ultimi anni del 1990 e i primi del 2000, lo sviluppo economico della Cina è stato interessato da due avvenimenti importanti, ossia la rapida crescita delle imprese private e la ristrutturazione delle imprese statali (State-Owned Enterprises, SOEs). In questi anni emersi quindi un nuovo regime di crescita basato sempre più sugli investimenti a discapito dei consumi, i quali, infatti, scenderanno dal 51% del Più nel 1992 al 36% nel 2006.

Il Governo di Jiang Zeming e Zhu Rongji introdusse, negli anni ’90, una “terapia shock” di ristrutturazione del programma per la chiusura e la fusione di migliaia di SOEs considerate inefficienti, e arrivò a licenziare più di 30 milioni di lavoratori. E mentre le SOEs diminuirono l’assunzione di operai, nel settore privato queste aumentarono progressivamente. La trasformazione del sistema economico socialista, nel 1998, aprì la strada ala privatizzazione dell’edilizia abitativa urbana e le proprietà dello Stato iniziarono ad essere trasferite ai nuclei familiari, infatti milioni di famiglie diventarono proprietarie di case: si è originato così un boom nel settore immobiliare. 

La crescita del settore privato nei primi anni del 2000 fu anche aiutata dalla mancanza dell’applicazione della legge in Cina, infatti il sistema illegale unito al numero dei disoccupati portò ad un aumento del potere economico dei capitali. Nonostante la crescita del settore privato, la seconda parte di questi anni furono caratterizzati da un mancato cambiamento demografico, infatti il numero di giovani come forza lavoro iniziò a stabilizzarsi e poi diminuire, e una grande parte della colpa è della Politica del Figlio Unico in vigore in quegli anni.

In sintesi, nell’arco di quest’ultimo ventennio analizzato, si può dire che in Cina, all’interno di un’economia pianificata, si sono gradualmente inseriti degli elementi capitalistici, inizialmente utilizzando le società straniere e le Joint Ventures, successivamente dando la possibilità alla popolazione di fare impresa, creando così i presupposti per la trasformazione del sisma economico consolidato negli anni successivi ed esploso definitivamente nei primi anni 2000.

 


mercoledì 30 aprile 2025

Visualizzazioni Aprile 2025

 Gli accessi per visualizzazione nel mese di Aprile 2025 per questo blog sono stati 168, contro i 233 del mese precedente.,, per un totale dalla apertura del Blog di 21765

domenica 20 aprile 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di concentramento in Cina La Politica del Figlio Unico

  Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                        

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

( dalla presente tesi si estrae il paragrafo "La Politica del figlio Unico"

4 La politica del figlio unico

La politica del figlio unico fu introdotta in Cina del 1979 da Deng Xiaoping per rallentare ed eventualmente fermare la crescita demografica incontrollata della popolazione.
Nel 1949, dopo la Rivoluzione Cinese, la Repubblica Popolare Cinese era sotto il controllo di Mao Zedong, il quale riteneva fermamente che la Nazione sarebbe dovuta diventare completamente autonoma e che, per raggiungere tale scopo, ci fosse il bisogno di sostenere la natalità del paese con politiche specifiche. Perciò, durante l’epoca Maoista, la popolazione aveva subito un incremento demografico di circa 30 milioni di persone annue e rappresentava un quarto della popolazione mondiale.

Attorno agli anni ’60, il vertice della politica cinese si rese conto che, seguendo quel passo di tasso di crescita della popolazione (1,5% annuo), nel 2080 la Cina avrebbe raggiunto i 4 miliardi di abitanti, e questi avrebbe assolutamente portato ad un problema di sovrappopolazione.

Da allora, iniziò a svilupparsi l’idea che ci fosse il bisogno di rallentare la crescita demografica e infatti, nel 1979, iniziò a prendere piede la politica del figlio unico: la Cina aveva a disposizione solo il 7% della superficie coltivabile, due terzi della popolazione aveva meno di trent'anni e la generazione del baby boom nata negli anni Cinquanta e Sessanta entrava nell'età riproduttiva.

Da questo momento entrarono in vigore delle politiche di controllo delle nascite, ossia delle politiche di controllo che stabilivano degli obiettivi di crescita precisi: nel 1979 fu introdotta la politica del figlio unico (PFU), e venne quindi creata una “pianificazione familiare” che veniva gestita dal sistema sanitario locale e seguiva le direttive imposte dal governo. Avevano previsto di raggiungere la crescita pari a zero per l’anno 2000. Le rigide regole prevedevano:

·         I matrimoni e le gravidanze venivano previsti per un’età più avanzata.

·         Doveva essere richiesto un permesso ufficiale per poter avere una gravidanza e, dunque, poter concepire.

·         Coloro le quali erano in attesa di un secondo genito/a, erano costrette a pagare una multa salata o subire un aborto forzato.

Nel 1982 i principi della pianificazione familiare vennero inseriti nella Costituzione e sanciti negli articoli 25 e 495.

Questa politica portò ad alcuni aspetti negativi, come lo sbilanciamento nel rapporto tra i sessi a sfavore delle figlie femmine, e di conseguenza ad una proporzione tra maschi e femmine non equa nel paese. Altro punto negativo di questa politica fu la distorsione per età, con un conseguente invecchiamento della popolazione.

Molti bambini sono venuti al mondo illegalmente e, siccome non sono stati potuti inserire all’anagrafe, non godono dei diritti dei cittadini più semplici, come i diritti sociali, il diritto alla salute, il diritto allo studio o alla libertà. Sono persone sotto un certo aspetto inesistenti.

Nel 2013 questa politica fu abolita dalla Corte suprema Cinese in quanto violasse i diritti umani e fu concesso alle famiglie cinesi di avere un massimo di tre figli, anche se molte indagini dimostrano che la maggioranza dei cinesi non ha intenzione di avere più di un figlio.

Secondo i dati dell’OMS, dal 1979 al 2013 ogni anno in media in Cina sono stati compiuti circa 14 milioni di aborti forzati: circa il 25% del totale di aborti praticati nel mondo.

 



5 L’art.49 fa parte del secondo capitolo della Costituzione “Diritti e Doveri fondamentali dei cittadini”, e sancisce che ogni famiglia ha il dovere di praticare la pianificazione familiare, in particolare i genitori hanno il dovere di allevare ed educare i figli, mentre i figli che hanno raggiunto la maggiore età hanno il dovere di sostenere e assistere i loro genitori.

 



giovedì 10 aprile 2025

Rivista QUADERNI n. 1 del 2025 Gennaio Marzo 2025


 Nota redazionale: (massimo coltrinari, direttore)

Numero dedicato nelle sue pagine di apertura, dopo l’Editoriale del Presidente Magnani  alla Comunicazione del Nastro Azzurro, alla giornata della Donna che cade, come noto, ogni anno l’8 marzo. Si riporta i contributi e la cronaca della consegna dell’Emblema Araldico alla Signora Giovanna Paolone Piermanni, consorte della Medaglia d’Oro al Valore Militare “alla memoria” Sergio Piermanni. A sottolineare questo momento la copertina riporta la scultura “”Le Pagine del Coraggio” scultura predisposta per l’occasione, mentre la IV di copertina è ancora dedicata ad una donna ed ad un suo volume. Questo dopo aver dedicato spazio alla Giornata della Memoria ( 27 Gennaio)

Nella parte “Il mondo da cui veniamo: la Memoria”, Giorgio Madeddu, nel quadro delle ricerche dedicate alla Storia dell’Istituto del Nastro Azzurro, con ampia iconografia, riporta la cronaca della inaugurazione della Via dei Fori Imperiali a Roma nel quadro della Adunata dei Decorati al Valore Militare (28 ottobre 1933); segue in Dibattiti, Manuel Vignola che tratta dell’uso della Medaglia d’Oro come strumento diplomatico e non come ricompensa per atti eroici individuali: quindi, sempre in Dibattiti, Roberto Allegro, ricostruisce la Battaglia di Mortara del 18489, sulla base della sua tesi discussa al Master di Storia Militare Contemporanea. In Archivio, Alessia Biasiolo ci propone uno dei misteri più fitti della fine della guerra, l’Oro di Dongo. Ancora Giorgio Madeddu, dalla Sardegna, ci manda una nota sui 110 anni di esistenza della leggendaria Brigata “Sassari”, come dovuto omaggio a questa Unità delle nostre Forze Armate pregna di valore e tradizioni.

Nella Parte “Il Mondo in cui viviamo: la realtà d’oggi” tutti articoli hanno alla base la Tesi di Master discussa dagli Autori al Master di “Terrorismo e Antiterrorismo internazionale. Andrea Rota, ci parla delle fonti aperte al servizio della sicurezza del paese, Mirko Leone del “ Virtual Human Intelligence”, e Guido Andrea Caironi di un particolare aspetto aeronautico in ambito Guerra Fredda.

Le tradizionali rubriche completano questo numero

Infine, una annotazione sula politica di distribuzione della Rivista “QUADERNI”: l’Indirizzario da questo numero è organizzato su chi ne ha fatto richiesta orale o scritta e chi è impegnato nelle ricerche CESVAM, con le dovute eccezioni; vengono tolti tutti quei indirizzi che erano stati adottati per far conoscere le attività del CESVAM e quindi dell’Istituto del Nastro Azzurro. Sono anche aggiornati le condizioni di abbonamento, come pubblicato in ultima pagina. Decadono tutte le condizioni degli anni precedenti.

 

I di Copertina: Scultura “Le Pagine del Coraggio” della scultrice Paola Grizi, donata al Comune di Potenza Picena in occasione della Giornata della Donna 2025 nel quadro della consegna dell’Emblema Araldico conferito alla MOVM “Alla Memoria” Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Sergio Piermanni alla Sig.ra Giovanna Paolone Piermanni,

IV di Copertina Monica Apostoli, Il Genio “Telegrafisti” nella Grande Guerra. 3° e 7° Reggimento Genio, Roma, Istituto del Nastro Azzurro Centro Studi sul Valore Militare, 2023

Il presente numero è stato chiuso in tipografia il 28 marzo 2025

lunedì 31 marzo 2025

Master di 1° Liv in Politica Militare Comparata. Dal 1860 ad Oggi.


 FONTE: www.unicusano.it/master

               www.centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

giovedì 20 marzo 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di concentramento in Cina. Il Movimento del Law and Development e la Rule of Law

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                        

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

Il movimento del Law and Development e la Rule of Law

Il movimento del Law and Development è stato fondato sull’idea per cui soltanto un’innovazione dei sistemi giuridici, compresi i principi giuridici del liberalismo giuridico, avrebbero potuto contribuire al progresso economico nei Paesi in via di sviluppo. Secondo il liberalismo giuridico, la società doveva essere composta da cittadini e forme di organizzazioni volontarie, i cui rapporti e le controversie fossero giudicate dal diritto, e dove gli amministratori legislativi osservassero la legge e non ne fossero influenzati da fattori esterni.

Il movimento del Law and Development ebbe inizio negli anni ’60 e iniziò a declinare nei primi anni degli anni ’70, le cui manifestazioni, in un periodo così breve, sono state limitate, ma che furono tutte caratterizzate dal tema significativo dell’unione del tema del diritto a quello dello sviluppo economico.

Questo movimento fu inoltre caratterizzato da un forte interesse per l’ambito giuridico: credevano che l’economia di mercato sarebbe stata più vicina al popolo ma, nonostante che il sistema economico fosse caratterizzato da innovazione, il governo deteneva comunque il controllo dell’economia.

Il movimento credeva nello sviluppo e vi concentrava tutte le sue energie.

Dopo il declino del movimento del Law and Development, iniziò ad emergere il concetto della Rule of Law. Nata nel contesto della globalizzazione, la Rule of Law ha inciso notevolmente sulla Riforma Giuridica Cinese ed è diventata un epiteto citato in quasi tutti i dibattiti sulla riforma economica, fino al suo riconoscimento nel XV Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese4.



4 Il XV Congresso del Partito Comunista Cinese si svolse a Pechino fra il 12 settembre e il 18 settembre 1997. I 2.048 delegati e 60 delegati appositamente invitati hanno eletto un XV Comitato Centrale del PCC formato da 344 membri, nonché una Commissione Centrale per l'Ispezione Disciplinare (CCID) di 115 membri.

 


lunedì 10 marzo 2025

:Paesi in via di sviluppo: Condonare il debito: scandalo o buonsenso?

 Nella bolla di indizione del Giubileo 2025 Spes non confundit papa Francesco chiede alle " nazioni più benpensanti" di "condonare i debiti dei Paesi che mai potrebbero ripagarli". : un invito che echeggia un'antica tradizione biblica, L'articolo pubblicato su CIVILTA CATTOLICA  cerca di rispondere agli interrogativi che la richiesta del Papa può sollevare e sostiene che, se ben concepito, un tale condono può essere un contributo importante per rispondere alle sfide ambientali, economiche finanziarie e sociali che ci riguardano. Gli Autori sono Gael Giraud S.I. direttore di ricerca del Centre National de la Recherche di Parigi; Kako Nubukpo, Commissario per l'agricoltura risorse idriche e ambiente dell'Unione economica e monetaria dell'Africa Occidentale e Hubert Rodaire Presidente della Association Fraòaise des investimensseurs istitutionnels

LA CIVILTA CATTOLICA  ANNO 176, N. 4190, FEBBRAIO 2025.

La Rivista è presso la Emeroteca del CESVAM - Centro Studi sul Valore Militare  Info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

venerdì 28 febbraio 2025

USA Dominio dei Mari e Conquista dello Spazio


 Fonte LIMES Rivista Italiana di Geopolitica. Novembre 2024


 L'Oceania è stato il teatro della espansione del dominio del mare  da parte degli Stati Uniti dalla metà del secolo scorso ad oggi

giovedì 20 febbraio 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di concentramento in Cina. La Rivoluzione Culturale

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                     

ANNO ACCADEMICO 2023/2024


La rivoluzione culturale

La rivoluzione culturale invocata da Mao Tse Tung del 1966, trova la sua giustificazione nel dissidio tra URSS e Cina e si instaurò alla base dei cambiamenti che avvennero in Cina tra il 1966-68: il fallimento del Grande Balzo aveva generato delle discrepanze all’interno del partito che fecero capo con Liu Shaoqi alla guida della Nazione. La data di svolta è il 1 giugno 1966, quando egli spinse le nuove generazioni a ribellarsi contro “i quattro vecchiumi” del partito accusati di aver intrapreso la via capitalistica, cioè a ribellarsi contro le vecchie idee, culture, abitudini e comportamenti. Questa mobilitazione portò ad una rivoluzione culturale, il cui obiettivo era quello di trasformare le struttura sociale cinese e perseguire i nemici politici dello Stato attraverso il sostegno del Movimento delle Guardie Rosse. Il Movimento delle Guardie Rosse fu fondato nel 1966 nelle scuole e nelle università di Pechino e fu ben presto espanso nel resto della Cina. Questa rivoluzione coinvolse milioni di giovani estremisti che volevano eliminare il Partito e tutti i residui ideologici che non fossero in linea con le idee di Mao.

I loro primi interventi mirarono a saccheggiare le case delle famiglie benestanti, rovinando tutto ciò che trovavano per la strada, e successivamente iniziano anche a distruggere i beni culturali parte del patrimonio cinese, attaccavano chiunque gli si ponesse contro.

Alla fine del 1966, le Guardie Rosse avevano le redini dello Stato e stavano perseguitando tutti coloro che prima del 1949 erano stati proprietari terrieri o membri del Partito Nazionalista Cinese.
A livello economico ci furono grandi conseguenze, in particolare per l’agricoltura e l’industria. Fallì inoltre il sistema educativo, in quanto la rivoluzione portò ad uno sconvolgimento a livello scolastico, infatti scuole e istituti furono scombussolate, le lezioni regolari, dopo l’arrivo dell’esercito nel 1969, furono sospese e gli insegnanti furono oggetto di critiche. Al termine della scuola secondaria, in media, un cinese conosceva intorno ai 2000 caratteri rispetto ai 3000 di coloro che frequentavano le scuole nel periodo precedente alla rivoluzione.

Inoltre, alla fine del programma di rieducazione ben 18 milioni di cinesi erano stati trasferiti nelle campagne per lavorare i campi.

Alla morte di Mao Tse-Tung il 9 settembre 1976, seguirono due anni di instabilità politica e di lotte interne al Partito Comunista Cinese che sfociarono nella vittoria riformista e portarono al potere Deng XiaoPing; egli fece approvare “La politica di riforme e Apertura economica” e decise di avviare alcuni cambiamenti che portarono la Cina ad aprirsi al mercato estero e di integrarsi nell’economia internazionale, decise di riorganizzare l’agricoltura per l’ennesima volta, oltre alla pianificazione industriale, l’organizzazione militare e cercò inoltre di aprirsi verso la libertà d’impresa. Da un lato voleva richiamare gli investimenti esteri diretti per favorire la nascita di nuove imprese private e di joint venture; dall’altra voleva accumulare valuta tramite l’export per permettere alle imprese statali di acquistare tecnologie straniere.

Quest’apertura dell’economia cinese verso l’estero e la possibilità di scambi con l’occidente furono ovviamente regolamentate dal partito comunista, che mantenne comunque rigido il controllo della Nazione, limitò le libertà, ma riuscirono comunque ad accedere a grandi vantaggi provenienti dall’estero, tra cui tra cui l’accesso a nuove tecnologie, idee e culture nuove.

A tale scopo, tra il 1979 e il 1980, il governo cinese ha approvato la creazione di 4 zone economiche speciali a Shenzhen, Zhuhai, Shantou e Xiamen ed ebbero davvero un grande successo, a tal punto che le autorità cinesi si sentirono di espandere ulteriormente il processo di apertura verso l’estero e fondano o altre 14 zone economiche speciali.

Gli scontri con i movimenti d’opposizione, in particolare quelli studenteschi, rimasero, e il governo cinese sentì la necessità di contrastare brutalmente tali movimenti fino al 1989, quando le proteste iniziarono ad infuocarsi ancora di più e le critiche si inasprirono ulteriormente: la “protesta di piazza Tienanmen” fu l’apice di questi scontri, ebbe luogo in Piazza Tienanmen a Pechino dal 15 aprile al 4 giugno 1989, culminato in un massacro.


venerdì 31 gennaio 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. Mao Zedong e la rivoluzione cinese

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

( ei estrae dalla predetta tesi il paragrafo "Mao Ze Dong e la rivoluzione cinese)

Mao Zedong e la rivoluzione cinese

Dal dicembre del 1930 iniziò la guerra civile in Cina, attraverso le cinque campagne di repressione comunista ordinata da Chiang Kai-Shek e, nel frattempo, il Partito Comunista Cinese nel novembre del 1931 istituì la Repubblica Sovietica Cinese nello Jiangxi, avente come primo ministro Mao Zedong. Queste campagne di repressione comunista terminarono nel 1933 con la sconfitta della parte comunista, e dall’ottobre del 1934 fino all’anno successivo prese vita la leggendaria Lunga Marcia dei Diecimila: questo ispirerà molti giovani cinesi ad unirsi al PCC tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40.

Tra il 1900 e il 1949 si succedettero diversi governi, ma nessuno di questi fu in grado di riunificare tutta la Cina e soltanto con la vittoria di Mao Zedong, o come nella vecchia trascrizione, Mao Tse-Tung (1893 – 1976), lo Stato fu di nuovo condotto da un unico potere centrale: egli è stato uno dei principali artefici e promotori della rivoluzione cinese, elaborò dei piani strategici per il controllo politico della Cina tramite il controllo della numerosa classe contadina.

Con la presa al potere di Mao Zedong nacque l’attuale Repubblica Popolare Cinese ed iniziò un ulteriore periodo di evoluzione culturale, economica e sociale, che ridusse qualsiasi tipo di libertà e fece vivere la popolazione nel terrore, portando la Cina in un periodo di miseria, povertà e morte.

Già dal suo intervento del 1949, il suo obiettivo primario era quello di affermare il Partito Comunista Cinese come unico partito al vertice, mentre il suo obiettivo secondario era quello di organizzare la Cina secondo il modello socialista.
Basandosi su una sua esperienza durante un viaggio a Mosca nel 1949, Mao abbracciò il modello sovietico del “piano quinquennale” per lo sviluppo economico.

Le radici ideologiche della Rivoluzione culturale si iniziarono ad instaurare già prima il 1966, infatti lo scoppio è il risultato della preoccupazione che Mao aveva per gli sviluppi che stavano avvenendo nell’Unione Sovietica dopo Stalin, e convinse Mao che la Rivoluzione Russa si era smarrita a causa della dottrina di Nikita Kruscev che si basava sulla coesistenza pacifica con l’Occidente e sulla transizione pacifica al socialismo. Al contempo, il pericolo di una restaurazione capitalista in Cina e la dirigenza del frammentato partito portarono Mao a combattere e prevenire il dilagante revisionismo.

Il primo piano quinquennale, la cui attuazione ebbe inizio tra il 1952 al 1953 e prevedeva una durata fino al 1957, vide la trasformazione della società cinese in una società socialista, con l’instaurazione di una vera e propria economia socialista, centrata sullo sviluppo industriale del paese: Mosca concesse un piccolo prestito di 300 milioni di dollari e i servizi di diverse migliaia di ingegneri, scienziati, tecnici e pianificatori sovietici, venne dato il via alle riforme agrarie e alla campagna di collettivizzazione delle terre, furono intensificate le misure fiscali contro la proprietà privata, e le imprese statali miste finirono per inglobare e assorbire quelle private, fu inoltre dedicata particolare attenzione alla preparazione del personale, creando degli operai specializzati. Nel complesso, i maggiori aumenti della produzione si sono verificati nei settori dell’acciaio, del carbone e dei prodotti petrolchimici.

L’obiettivo di Mao era quello di espandere l’economia e mantenere lo sviluppo, ma vennero applicati in maniera troppo rigida i principi comunisti, vennero colpiti i proprietari terrieri che affittavano le terre o le coltivavano attraverso i salariati, mentre tutti i contadini che coltivavano direttamente le terre ne rimasero proprietari. La vita per i cinesi urbani era strettamente regolata in regime di unità di lavoro che prendevano il nome di danwei. Il danwei forniva la struttura di base per il lavoro e controllava molti aspetti della vita quotidiana, compresi l’alloggio, l’istruzione e i servizi sociali. Le persone dovevano persino consultare il proprio danwei in materia di matrimonio, figli o spostamenti.

Contemporaneamente, fu avviata una riforma del sistema statale e burocratico e Mao fece riconoscere la parità dei diritti delle donne, e quindi equi diritti a tutti i cittadini cinesi.
Gli obiettivi sociali che erano stati fissati, sono stati raggiunti nel 1956, mentre i risultati economici superarono nel 1957 le previsioni.

Questo primo piano quinquennale, dunque, gettò le basi dell’industrializzazione del paese, ma in quanto il settore agricolo portò un insuccesso, le autorità statali vollero rivedere la situazione economica e approntarono un secondo piano quinquennale.

Il secondo piano quinquennale fu approvato il 27 settembre 1956 e prevedeva di essere messo in atto nel periodo dal 1958 al 1962: questo piano doveva portare ad un ulteriore incremento della produzione agricola ed industriale, ed era stato previsto che il reddito nazionale sarebbe dovuto aumentare del 50% e che il 60% delle entrate statali sarebbero dovute essere rivolte agli investimenti produttivi. Il processo di collettivizzazione agricola iniziò a svilupparsi e ad accelerare nel 1956, furono introdotti obiettivi di produzione elevati, e il governo si rese proprietario di tutte le terre e le attrezzature che aveva precedentemente redistribuito e, per questo motivo, decine di migliaia di persone lasciarono le campagne per dirigersi verso le città ritenute più confortevoli.

Nel dicembre del 1957, Deng Xiaoping introdusse per la prima volta il concetto di “politica delle porte aperte” e venne lanciata la campagna del “Grande Balzo in avanti” avente lo scopo di accelerare ulteriormente il processo di raggiungimento degli obiettivi, e trasformare l’intera economia del paese: il sistema agricolo comunale fu gradualmente smantellato e i contadini iniziarono ad avere più libertà, potevano quindi gestire i loro prodotti a livello di coltivazione e vendite. Successivamente, venne applicato lo stesso approccio anche alle industrie.

Per due anni, il 1958 e il 1959, venivano fatti girare nella popolazione degli slogan motivazionali e frasi del tipo: “Qualche anno di sforzi a di lavoro per diecimila anni di felicità", oppure "Avanzare con entrambe le gambe", per incoraggiare i lavoratori a produrre sempre di più e in maniera sempre più efficace.

Il Grande Balzo portò però ad un disastro nella produzione: nel 1959 la Cina fu colpita da una forte carestia, determinando disagi alimentari, fame e malattie tra il popolo, portò inoltre i contadini ad allontanarsi dalle campagne e, di conseguenza, gli abitanti e gli studenti delle grandi città iniziarono ad essere mandati nei campi a lavorare.

Nell’agosto del 1958 furono apportati dei cambiamenti all’agricoltura, e le cooperative agricole vennero fuse in oltre 26 mila “Comuni popolari”, all’interno del quale erano comprese all’incirca 5 mila famiglie: 26.000 di queste unità furono incaricate di sostituire 730.000 cooperative che lo Stato riteneva inefficaci e non all’altezza. Queste unità presero il nome di “Squadre di produzione”.

Questa pianificazione economica inventata dallo Stato si rivelò ben presto una delusione, in quanto disorganizzato e instabile, e iniziò sia a limare la leadership di Mao all’interno del partito, che ad instaurare un allontanamento dall’URSS.

Alla fine degli anni Cinquanta, il popolo cinese fu decimato da una catastrofica carestia, d’altronde questo periodo rivoluzionario tra il 1959 e il 1961 ha inoltre coinciso con vari eventi climatici, calamità naturali (siccità, inondazioni, caldo intenso, tifoni, malattie e infestazioni di insetti ecc.), cambiamenti demografici, conflitti militari e con il ritiro dei tecnico sovietici concesso precedentemente dall’URSS; la popolazione iniziò quindi ad interrogarsi sui metodi di lavoro che gli venivano imposti e, di conseguenza, la produzione calò drasticamente. Non molto dopo, arrivò l’ordine del governo di frenare i ritmi di lavoro, e vennero concessi dei diritti alla popolazione per spronare e dare stimoli.

La Grande Carestia Cinese fu tra le più mortali, cominciò alla fine del 1958 e durò fino alla fine del 1961, il bilancio delle vittime è stato oscurato dal governo cinese ed è stata data la colpa ad una serie di disastri naturali, ma si pensa che morirono all’incirca 30 milioni di persone.

Venne consolidato il fallimento di questo metodo e Mao stesso, nel 1958, cedette la Presidenza della Repubblica a Liu Shaoqi.
Nel 1960 la Cina si distaccò definitivamente dalla Russia, rimanendo parzialmente isolata sulla scena internazionale.


lunedì 20 gennaio 2025

Rivista QUADERNI N. 2 del 2024 Ottobre Dicembre 2024 34° della Rivista

 


 

Nota redazionale:

 

Ultimo numero dell’anno 2024, riporta, dopo l’editoriale, l’intervento di presentazione del Calendari0 Azzurro del 2025 dedicato al Valore Militare nella Guerra di Liberazione da parte di Antonio Vittiglio. LO stesso Calendario, creato e predisposto da Antonio Daniele nella sua interezza tipografica.

 

Il Mondo da cui viviamo, la Memoria, in Approfondimenti, Giorgio Madeddu pone alla attenzione generale le sue ricerche in merito alle prime Medaglie al Valore Militare del Regno di Sardegna, sostenendo tesi tanto originali quanto documentate. In Dibattiti, affronto il tema dei Rapporti tra il partito d’Azione ed il partito comunista in piena Guerra di Liberazione, con materiali per approfondire i variegati apporti della sinistra italiana nella nascente democrazia repubblicana. Osvaldo Biribicchi, in Dibattiti, tratta di un argomento dedicato alla Resistenza nell’Alto Lazio con testimonianze di chi allora protagonista degli eventi. In Archivio, Marco Maria Contardi ci illustra, dal punto di vista architettonico, come l’Esercito Italiano curi il patrimonio artistico ereditato dalle scelte derivanti dalle Leggi Siccardi del 1854. Questa parte, infine, si conclude con l’intervento di Davide Corona con un articolo sulla Guardia alla Frontiera, il Corpo confinario esisto dal 1933 al 1946.

 

Il Mondo in cui viviamo, la realtà d’oggi, porta. In “Una Finestra sul Mondo” un contributo di Nicolò Paganelli, utilizzando il sistema parametrale, dedicato a Cuba, mentre Massimo Dionisi, in Geopolitica delle Prossime Sfide, ci proietta già nel nuovo anno con le eventuali minacce che il Giubileo 2025 innesca come derivazione dei conflitti sia nel Mediterraneo che nella instabilità del Sahel. In chiusura, in Scenari, Regioni, Quadranti, tre carte commentate in merito ai rapporti tra Cina e Russia, ed alla presenza di questa in Africa. Le rubriche di chiusura rispecchiano la tradizione della Rivista. Infine da notare che, come conclusione dei 10 anni del CESVAM (25 settembre 2014 -25 settembre 2024) la II e la III Pagina di Copertina della Rivista riporta la Presenza del CESVAM in Rete e l’elenco delle pubblicazioni attivate. Un augurio migliore per questa data anniversaria non ci si poteva aspettare.

(massimo coltrinari, direttore del CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare)

 

 

I Pagina di  Copertina. “Medaglia del Decennale della Fine della Prima Guerra Mondiale (1928).Opera dello scultore Aurelio Mistruzzi, reca l’immagine  di “Roma communis Patria” e nel verso, l’apoteosi glorificatrice del Milite Ignoto

 In base ad un accordo con la S.I.A.M. 8Societa Italina per l’Arte della Medaglia riservò integralmente tutti gli utili della vendita di detta Medaglia a favore dell’Istituto del Nastro Azzirro.

IV di Copertina: I Libri del Nastro Azzurro.

venerdì 10 gennaio 2025

Attivazione Canale Tou Tube ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

  


Giovedi 8 Gennaio 2025 è stato aperto il Canale You Tube dedicato all'Istituto del Nastro Azzurro. Al momento sono previsti interventi settimanali volti a spiegare l'essenza dell'Istituto, ovvero la descrizione  dell'Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare basato sul Manifesto del Centenario, che riporta "Cosa è stato cosa è  casa fa e cosa farà in sedici quadri


 Titolo: ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM 

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di Concentramento in Cina Il Global Pace Index

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         

ANNO ACCADEMICO 2023/2024


(dalla presente tesi si estrae il paragrafo dedicato al Global Pace Index)

Global Pace Index

 

L’indice di pace globale (GPI) è un indicatore che viene utilizzato per classificare i Paesi del mondo in base alla loro “pacificità”, e viene prodotto annualmente dall’Institute for Economics and Peace2 in collaborazione con l’Economist Intelligence Unit3 attraverso indagini istituzionali e governative: misurano il tasso di pacificità sulla base di una gamma di indicatori, 23 in totale, creando una scala che va da 1 a 5 (con 5 che rappresenta il grado più elevato di violenza) attraverso i dati del “Global Database of events location and tone” (Gdelt), una piattaforma supportata da Google che raccoglie le notizie relative a 163 Paesi su argomenti quali il profilo socioeconomico, politico e militare dei Paesi, gli aiuti umanitari prestati, asili politici e disobbedienza delle leggi internazionali.

 

I risultati di quest’anno hanno rilevato che il livello medio di pace globale è peggiorato dello 0,42%. Si tratta del tredicesimo peggioramento della pace negli ultimi quindici anni, con 84 paesi che migliorano e 79 peggiorano nel 2022. Questi dati hanno ovviamente avuto un impatto negativo dovuto alla guerra in Ucraina.

Nel corso degli ultimi 15 anni il mondo è diventato meno pacifico, con un peggioramento del punteggio medio del paese del 5%. Dei 163 paesi del GPI, 95 hanno registrato peggioramenti, mentre 66 hanno registrato miglioramenti e due non hanno registrato alcun cambiamento nel punteggio. Sedici dei 23 indicatori GPI sono peggiorati tra il 2008 e il 2023, mentre otto sono migliorati.

 

Per quanto riguarda la Cina, dall’analisi del GPI 2023 risulta che si sia alzata la spesa militare, ed esamina anche l’impatto economico di un ipotetico blocco cinese in Taiwan. L'IEP stima che un blocco provocherebbe un calo del PIL globale del 2,8% in un anno. L’economia cinese si contrarrebbe di circa il 7%, mentre l’economia del Taiwan si contrarrebbe di quasi il 40%. Ci sarebbero notevoli effetti di ricaduta in qualsiasi settore che si basi su un’elettronica complessa, poiché il Taiwan produce oltre il 90% dei semiconduttori logici avanzati del mondo.

 

Dalle ricerche del GPI del 2023, l’Afghanistan risulta per l’ottavo anno consecutivo il Paese meno pacifico, seguito da Yemen, Siria, Russia e Sud Sudan.

Al primo posto si trova l’Islanda, mentre l’Italia si classifica come 39esima e la Cina al 110° posto.

 



2 L'Institute for Economics and Peace è un think tank globale con sede a Sydney, in Australia, con filiali a New York City, Città del Messico e Oxford. L'IEP studia la relazione tra pace, affari e prosperità e cerca di promuovere la comprensione dei fattori culturali, economici e politici che guidano la pace.

 

3 L'Economist Intelligence Unit (EIU) è una business unit del gruppo Economist Group che fornisce previsioni e servizi di consulenza economici attraverso ricerche ed analisi di mercato, come ad esempio rapporti informativi mensili sulle nazioni, previsioni economiche sul periodo di 5 anni delle nazioni, rapporti di servizio sul rischio dei Paesi e rapporti industriali.

 


mercoledì 1 gennaio 2025

INFOCESVAM N. 6 Novembre - Dicembre 2024

 


INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

____________________________________________________________________

ANNO XI, 59/60, N. 6, Novembre - Dicembre 2024, 1 gennaio 2025

XI/6/926 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XI anno di edizione, 6 il bimestre di edizione di INFOCESVAM, 926 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento.

XI/6/927 – Progetti 2024/1 – Tema “Monte Marrone La prima Vittoria del Corpo Italiano di Liberazione: 31 marzo 1944 – 10 aprile 1944. Il suo significato strategico presso gli Alleati. 80° anniversario 1944 - 2024.Sono stati raccolti i materiali iconografici e le carte di riferimento. Fase Manoscritto 2

XI/6/928 – La Presidenza Nazionale con circolare apposita ha chiesto ai Soci eventuali candidature per le cariche istituzionali. La Circolare è stata inoltrata a tutti i componenti del CESVAM. I criteri per eventuali candidature come Rappresentanti del Cesvam sono: residenza a Roma; disponibilità di tempo almeno di 9 ore settimanali; capacità di lavoro e di realizzazione di ricerche/progetti di livello post universitario.

XI/6/929 – Il 9 dicembre 2024 a Bologna è stato presentato il 1 volume “Storia Militare della Guerra Russo-Ucraina.1917 -2014 Volume I, Palladium Edizioni, 2024. Autori Giovanni Cecini e Mirco Campochiari.

XI/6/930 – Progetto 2017/2 I soldati Italiani sulla testa di ponte di Anzio. Volume I Pubblicato. Volume II. Manoscritto 5 – in fase di completamento la revisione del testo generale.

XI/6/931 – La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in Storia Militare Contemporanea si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 6 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XI/6/932 – Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 1 riferito ai volumi del progetto 2020 e Progetto 2022 dedicati agli Ordinamenti. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/933 - Progetto 2021/1 Volume II Titolo: Africa Orientale Italiana. L’organizzazione Militare e la difesa dell’Impero. La Figura del Duca d’Aosta. Predisposta la parte militare. Bibliografia. In sviluppo il Capitolo dedicato al Duca d’Aosta. Fase Manoscritto 5

XI/6/934 - Progetti 2024/4 – Tema “Le Fosse Ardeatine. L’ordine è stato eseguito. I Decorati al Valore Militare e la Memoria. 80° anniversario 1944 -2024 Contributo al progetto è stato chiesto all’amico Aladino Lombardi, che ha assicurato di mettere a disposizione il suo archivio provato. Fase Manoscritto 2

XI/6/935 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in “Politica Militare Comparata dal 1945 ad oggi” Dottrina, Strategia, Armamenti si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 5 candidati. Anche i laureati di questo Master hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XI/6/936 - Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 2 riferito ai volumi del progetto Università. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/937 – Club Ufficiali Marchigiani. Il tradizionale scambio di auguri si è tenuto presso la Casa dell’Aviatore, a Roma il 7 dicembre u.s. Nell’occasione è stato fatto il punto del Progetto 2022/2 Libano sulla raccolta delle testimoniane sulle Missioni di Pace.

XI/6/938 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in “Terrorismo ed antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani Mezzi” si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 9 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master) ed anche con le attività connesse al Canale You Tube diretto dal Dr. Giovanni Cecini.

XI/6/939 - Progetto 2021/1 – Volume I Titolo Africa Orientale Italiana. L’Impero Tra realtà e propaganda. Raccolta la monografia. Fase: Manoscritto 5

XI/6/940 - Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 3 riferito ai volumi del progetto 2016/2 Dizionario minimo della guerra di liberazione 1943-1945. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/941 – L’esame finale del Corso di approfondimento e specializzazione. in “Terrorismo ed Anti Terrorismo internazionale si è tenuto il 25 novembre 2024. (www.unicusano.it/master)

XI/6/942 –Progetto 2023/2 Divulgazione. È stato edito il Catalogo delle Edizioni a Stampa 2021 – 2014 del Centro Studi sul Valore Militare – CESVAM Riporta in 24 pagine con note tutte le 51 pubblicazioni che hanno visto la luce in questo decenni. Distribuzione gratuita. Richiedere a: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/943 – Blog www.ilregnodelsud.blogspot.com. ha completato al 31 dicembre 2024 tutte le sue pubblicazioni per l’anno solare 2024

XI/6/944 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 febbraio 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 1 del 2025.  

XI/6/945 – Il 31 dicembre 2024 termina la II sessione del CESVAM e l’anno solare. Ciò vuol dire che in base allo Statuto e Regolamento del CESVAM terminano tutte le collaborazioni in essere di tutti i Collaboratori Ricercatori ed Associati.  Con il mese di gennaio 2025 saranno rinnovate le ricerche in corso che si crede utile continuare e quindi i contatti con tutti gli interessati.

XI/6/946 - Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 4 riferito ai volumi del progetto 2020 Ordinamenti (Volume 2° Tomo I, Tomo II, Tomo III, Tomo IV. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/947 – Del precedente bollettino N.5/2024 esistono due edizioni. La prima, integrale, pubblicata su tutte le filiere informatiche in essere. La seconda sulle pagine CESVAM del Periodico.

XI/6/948 -. La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in “Storia Militare Contemporanea Dal 1973 al 1960 si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 5 candidati. Anche i laureati di questo Master hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master). In particolare con la collaborazione alla Rivista QUADERNI

XI/6/950 -- Prossimo INFOCESVAM (gennaio - febbraio) sarà pubblicato il 1 marzo 2025. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari)

venerdì 20 dicembre 2024

martedì 10 dicembre 2024

sabato 30 novembre 2024

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo. I Campi di Concentramento in Cina Terrorismo di Stato

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         


ANNO ACCADEMICO 2023/2024


(dalla presente tesi si estrae il paragrafo dedicato al Terrorismo di Stato)


Terrorismo di Stato

 

Così come per la definizione stessa di “terrorismo”, anche l’identificazione del “terrorismo di Stato” presenta delle difficoltà e complica ulteriormente l’identificazione di una possibile definizione del primo tema.

Il Terrorismo di Stato è l’uso di strategie e metodi di terrorismo da parte dell’autorità statale, dove uno Stato può decidere di ricorrere a sistemi e condotte contro la sua stessa popolazione a fini repressivi per eliminare direttamente dei comportamenti di insubordinazione, rimuovere idee politiche ritenute sbagliate e contro lo Stato, così come per debellare le azioni e le idee che vadano contro la linea generale del potere politico, ugualmente per motivi come la pulizia etnica.

Le divergenze tra gli Stati delle Nazioni Unite avevano appunto questa questione come oggetto principale, dove gli Stati occidentali intendevano circoscrivere la nozione di terrorismo al terrorismo di individui “sponsorizzati” dagli Stati, mentre i paesi afro-asiatici intendevano ampliare la definizione al terrorismo di stato come forma di aggressione compiuta dallo Stato attraverso i propri organi e le proprie misure.

Ugualmente alla definizione di terrorismo, anche il Terrorismo di Stato ha diverse connotazioni: è l’azione dello Stato di contrasto, di natura apparentemente formale, per imporre determinate politiche o per eliminare determinate azioni definite terrorizzanti. Questo concetto è particolarmente controverso, in quanto si parla di condotte tenute dal Governo per sottomettere la popolazione. D’altronde, coloro che hanno il potere vogliono mantenerlo, e non appena si sentono minacciati agiscono in maniera illegittima e dunque non si interessano dei mezzi (il fine giustifica i mezzi), possano questi anche consistere nel violare i diritti umani. Uno Stato può decidere in maniera autonoma come agire contro i suoi stessi cittadini, tramite azioni illegittime a fini repressivi, mirate a neutralizzare le azioni degli avversari di natura politica.

Il terrorismo di Stato può essere espresso anche come terrorismo politico, ossia quella specie di terrorismo che cerca di ribaltare i rapporti di forza tramite la violenza, di annichilire la forza degli avversari per affermare ciò in cui crede. Una forma in cui si manifesta il terrorismo politico è il terrorismo etnico: si basa sulle diverse differenze di etnie, regioni e provenienze, è comunque profondamente legato alla politica e alla religione, agli interessi degli Stati. Alla base del terrorismo stanno le differenze etniche e quindi il razzismo nell’idea stessa di razza. Il terrorismo religioso spesso, in particolare luogo il terrorismo jihadista, si esprime attraverso dei gruppi “fondamentalisti” con attacchi terribilmente importanti. Il terrorismo politico viene spesso utilizzato dagli Stati all’interno dei propri confini nelle lotte di liberazione contro una potenza occupante, mentre il terrorismo etnico o religioso viene utilizzato anche all’infuori del confine, per stabilire la supremazia di un potere su di un altro. In alcuni casi le minoranze ricorrono agli attentati per raggiungere l’autonomia e l’indipendenza, perché si sentono sottomessi e privati dei diritti e delle libertà, in altri casi è lo Stato stesso che applica il terrorismo politico per impugnare la popolazione.

Al di fuori dei loro confini, gli Stati utilizzando il terrorismo per raggiungere i loro obiettivi in materia di politica estera. All’interno invece, il terrorismo di Stato ha la motivazione principale della difesa e della sicurezza dello Stato stesso, ma ha anche diverse motivazioni subordinate: viene utilizzano per eliminare uno o più gruppi etnici, eliminare oppositori politici, intimidire o terrorizzare la popolazione, fare pulizia. In questi Stati, che possono essere a regime di dittatura o assolutistici, è previsto un ordinamento giuridico e di sicurezza pubblica ad indirizzo punitivo, in maniera tale che il cittadino sia ritenuto colpevole e lo Stato sia giustificato qualora prendesse provvedimenti nei suoi confronti. Queste tipologie di attività terroristiche sono condotte segretamente, e non vengono o rilasciati documenti ufficiali. In genere, tutte le dittature che si sono manifestate nel corso dei secoli hanno ricorso al terrorismo di Stato per mantenere il potere e sconfiggere i propri nemici interni. Un esempio lampante è quello che analizzeremo nel capitolo tre dell’elaborato: l’utilizzo da parte dello Stato cinese dei Laogai, campi di lavoro aventi lo scopo di rieducare la popolazione tramite il lavoro.

A seguito delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal Partito Comunista Cinese, in particolare nei confronti degli Uiguri, la Cina è l’esempio trasparente del terrorismo di Stato. A livello domestico, Pechino ha implementato un controllo sociale stringente nei confronti della popolazione in linea con i propri interessi politici ed economici, interni ed esterni.

La politica che ha adottato lo Stato del 2014 in poi, ha portato oltre un milione degli abitanti di quella zona ad essere detenuti nei campi di rieducazione senza alcun procedimento legale: questa è ritenuta come la più grande detenzione di minoranza religiosa ed etnica dopo il genocidio della popolazione ebraica durante la seconda guerra mondiale.

Nel vertice di giugno 2002 il cosiddetto “Shanghai Six”, un gruppo di paesi guidato da Cina e Russia, ha rafforzato i legami militari tra l’Asia Centrale, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Il 14 settembre 2002, hanno sottoscritto una dichiarazione che afferma:

“Il terrorismo internazionale è diventato una seria minaccia per l’umanità.”

L’accordo di Shangai afferma la necessità di combattere il terrorismo, il separatismo e l’estremismo. Per questo motivo è arduo arrivare ad una definizione di terrorismo per lo stato cinese, poiché per loro i termini “separatismo” e “estremismo” (religioso o politico) sono utilizzati in maniera ambigua, quasi come se potessero servire come giustificazioni per perseguire la popolazione. Difatti, molti cittadini che la Cina etichetta come “separatisti” o “estremisti” sono soltanto degli attivisti o dei dissidenti politici che combattono per la libertà personale, della popolazione e della loro terra. Questo espediente è utilizzato da Pechino per reprimere le minoranze etniche, adottare una politica interna ancora più dura, mantenere il controllo sulla popolazione, esercitare terrore, mascherare la vera realtà dei Laogai e non avere conseguenze.